Colelitiasi e calcoli biliari: come si formano e curano

Calcoli biliari, colelitiasi, trattamento e cura, chirurgia mininvasiva

La colelitiasi si riferisce alla presenza di calcoli nella cistifellea (chiamata anche colecisti). La maggior parte degli individui con calcoli biliari non presenta sintomi e il paziente viene a conoscenza della presenza dei calcoli a seguito di esami, spesso un’ecografia addominale, eseguita per altri motivi. La maggior parte dei pazienti con calcoli biliari rimane asintomatica per tutta la vita. La presenza di calcoli biliari nella cistifellea non è considerata una malattia a meno che non causi sintomi.

Malattia complicata da calcoli biliari 

Il termine malattia della cistifellea si riferisce ai calcoli che causano sintomi. Il termine malattia complicata da calcoli biliari si riferisce alle complicazioni legate ai calcoli biliari che includono: colecistite acuta, colangite, pancreatite da calcoli biliari, ileo da calcoli biliari e sindrome di Mirizzi.

È raro che un paziente precedentemente asintomatico (senza sintomi) presenti complicazioni della malattia della colecisti senza aver prima avuto episodi di colica biliare.

Complicazioni da calcoli biliari

Colecistite

La colecistite acuta è la complicazione più comune dei calcoli biliari. La colecistite acuta si riferisce a una sindrome dolorosa al quadrante superiore destro, febbre ed elevati valori di leucociti (globuli bianchi) nel sangue associata all’infiammazione della cistifellea che di solito è legata alla malattia della colecisti. 

La colecistite cronica è il termine usato per descrivere l’infiammazione cronica della cistifellea. In genere non è correlata a sintomi gravi. 

Coledocolitiasi 

La coledocolitiasi si riferisce alla presenza di calcoli biliari nel dotto biliare comune. Può essere associata a colangite acuta, una sindrome clinica caratterizzata da febbre, ittero e dolore addominale come conseguenza di un’infezione nel contesto di un’ostruzione biliare. 

Pancreatite da calcoli biliari 

Il passaggio di calcoli biliari attraverso le vie biliari può scatenare una pancreatite acuta. Le cause possono essere: 

  • ostruzione del flusso della bile dal dotto pancreatico 
  • ostruzione dell’ampolla, che causa il reflusso della bile nel dotto pancreatico. 

In genere, i pazienti sviluppano una pancreatite acuta e possono avere elevati valori di bilirubina, fosfatasi alcalina e transaminasi (marcatori della funzionalità del fegato).

Complicazioni rare 

Complicazioni rare dei calcoli biliari includono il cancro della cistifellea, l’ileo biliare e la sindrome di Mirizzi.

Di cosa sono fatti i calcoli biliari

I calcoli biliari sono composti da un mix di colesterolo, sali di calcio di bilirubinato o sali di palmitato, proteine e mucina. I calcoli biliari in un individuo sono di solito di composizione omogenea. In base ai costituenti predominanti, i calcoli biliari si possono genericamente classificare in:

  • Calcoli di colesterolo: si formano di solito in individui con una predisposizione genetica o ambientale ad avere una bile particolarmente satura di colesterolo. La maggior parte dei calcoli di “colesterolo” hanno una composizione mista con piccole quantità di palmitato di calcio e sali di bilirubinato.
  • Calcoli di pigmento nero: derivano dall’emolisi (rottura dei globuli rossi) e consistono principalmente di bilirubinato di calcio.
  • Calcoli di pigmento marrone: sono associati a un’infezione batterica o a un’infestazione parassitaria del sistema biliare. Possono anche comparire nel dotto biliare comune in seguito a intervento chirurgico di colecistectomia.

Fattori che aumentano il rischio di calcoli biliari

La formazione di calcoli biliari dipende sia da fattori modificabili (stile di vita) sia non modificabili (età, genere). Tra i fattori di rischio principali si trovano:

  • età e genere: le donne si ammalano più frequentemente di colelitiasi prima dei 50 anni. Dopo, le probabilità di ammalarsi sono uguali ai maschi
  • predisposizione genetica
  • gravidanza: il cambiamento qualitativo nella composizione della bile e un ritardo nello svuotamento della cistifellea, favoriscono la formazione di calcoli
  • diabete mellito: sebbene non siano noti i meccanismi, il diabete mellito predispone alla comparsa di calcoli di colesterolo
  • dislipidemia: elevati livelli di colesterolo LDL nel sangue potrebbero predisporre alla formazione di calcoli biliari
  • obesità
  • rapida perdita di peso: sia nei regimi ipocalorici con meno di 800 kcal al giorno, sia dopo chirurgia bariatrica (bypass gastrico).

Cosa fare in caso di colelitiasi?

La presenza di calcoli sintomatici richiede l’asportazione della colecisti. Questa infatti ha ormai perso la sua funzione e rischia di continuare a provocare coliche o peggio complicazioni gravi come infezioni, ittero, pancreatite. L’intervento chirurgico di asportazione della colecisti viene effettuato con tecnica miniinvasiva laparoscopica attraverso piccoli passaggi di 5 e 10 mm per gli strumenti (da 1 a 4). Questa tecnica prende in considerazione anche l’aspetto estetico della chirurgia, evitando microincisioni e suture, così da non lasciare di fatto alcuna cicatrice.

Cosa fare dopo l’intervento di asportazione della colecisti?

Dopo l’asportazione della colecisti (colecistectomia) in laparoscopia, il recupero è molto rapido con dimissione già il giorno successivo l’operazione, e la completa ripresa delle proprie abitudini (alimentazione e attività fisica) già dal rientro a casa.

È noto come la serenità nell’affrontare un intervento chirurgico svolga un ruolo chiave anche nei risultati e nella ripresa post operatoria, e condizioni favorevolmente l’ambiente familiare che partecipa alla situazione di salute in prima persona.

Potersi affidare al chirurgo con fiducia è importante quanto mai.

Come prevenire la comparsa di calcoli biliari

Alcuni fattori aiutano la prevenzione dei calcoli biliari. Ad esempio, alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione di vitamina C può avere un effetto protettivo sui calcoli biliari perchè aiuta il colesterolo a “convertirsi” in acidi biliari; anche una dieta povera di grassi saturi, sostituiti da grassi polinsaturi (oli vegetali, olio extravergine di oliva) e frutta a guscio (noci, mandorle, eccetera) aiuta a ridurre il rischio di calcoli biliari, forse per la presenza di vitamina E, così come il caffè, forse per la sua azione stimolante sulle funzioni del fegato. Infine, attività fisica regolare, perdita di peso in caso di sovrappeso e obesità, dieta ricca di fibre da vegetali, aiutano a la prevenzione dei calcoli biliari e in generale il benessere dell’organismo.  

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